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Il passaggio dal latte al cibo solido rappresenta una tappa nello sviluppo del bambino sin dall’antichità. Voglio fare un trattato di storia? Assolutamente no. 😊
Apro semplicemente una riflessione: perché in passato, senza le conoscenze scientifiche attuali, senza grammature, prodotti specifici, consulenze….i genitori riuscivano ad occuparsi dell’alimentazione dei propri figli? C’era un ingrediente fondamentale: il buon senso! Nel corso degli anni, tutte le conoscenze (utilissime) tutti i modelli, le teorie…… hanno offuscato il nostro listino.
Perdiamo di vista il vero protagonista: il bambino. Attenzione: non sto assolutamente dicendo che tutti nostri traguardi scientifici sono inutili o controproducenti. Ciò che dobbiamo ricordare è l’essenzialità del nostro istinto. Se siamo troppo impegnati a seguire i dettami di un modello riguardo le grammature, gli orari, le consegne di un programma pensato per il nostro piccolo, rischiamo di non cogliere i segnali che bambino ci invia, rischiamo di modificare la sua naturale capacità di autoregolarsi nell’assunzione del cibo. È tutto più semplice di quanto pensiamo. La domanda sorge però spontanea: qual è la quantità di cibo da dare al bambino nella fase dello svezzamento? Non dobbiamo fare affidamento a grammature, pesi e misure: quale riferimento possiamo utilizzare? Innanzitutto, se il timore è quello di sprecare un’eccessiva quantità di cibo possiamo utilizzare questa soluzione: fare arrivare il cibo al bambino direttamente dalla tavola o dal piatto del genitore. In che modo? Preparando sempre una manciata in più. Il bambino è la nostra bilancia:non è necessario osservare compulsivamente il piatto, la quantità. Dobbiamo osservare il bambino, guardarlo in faccia mentre mangia senza controllare costantemente il piatto. Il bambino è in grado di autoregolarsi nel quantitativo calorico necessario; preoccupiamoci semplicemente di cucinare in modo sano e di preparare una manciata in più di quello che disponiamo a tavola per noi adulti. Quando si parla di ritorno a l b uon senso in realtà si vuole proprio indicare l’importanza di rispettare il bambino, la sua unicità e le sue capacità innate. Partendo da questo, anche lo svezzamento sarà più semplice perché potremo semplicemente monitorare la situazione (la sicurezza è sempre fondamentale), fidandoci del bambino.
Dott.ssa Roberta Tessaro